PROGETTI

FOLLOW ME 




Premessa 

Su instagram non ho mai fatto altro che "scorrere". Scorrere più velocemente possibile, vorace col dito, alla ricerca di qualcosa che mi assomigliasse. Per indignarmi meglio. Per sentirmi più giusto. Per odiarvi meglio.
E funziona!
Grazie a questa pratica, piano piano, negli anni, ho direzionato i miei acquisti, i miei voti politici, le mie compagnie e la mia religione.
Più "seguo" cose che mi assomigliano e più la mia bacheca (e quindi la mia vita) si riempie di cose che mi compiacciono, finendo col
vivere una dimenzione social (e non) "a misura di me" in cui finalmente "HO RAGIONE IO".


Progetto

Partendo dalla riflessione sopra espressa ho voluto sperimentare un "bug" nel mio profilo Instagram. Ho seguito profili di persone, associazioni e partiti che mai nella vita avrei seguito, insieme a quelli che invece seguo perché apprezzo realmente.

Fatto ciò, ho deciso di usare Instagram, il suo player, il suo contenuto e i suoi utenti esattamente come fossero il mio pennello, la mia matita o qualunque altro strumento, per poi pubblicarne in Instagram stesso il prodotto finale, contribuendo a modificare il modello ritratto.

Il risultato è un mondo estremamente contraddittorio: sulla bacheca si alternano poli opposti che, in maniera quasi schizofrenica, inneggiano assolutisticamente al contrario dell'immagine precedente.

Di fronte a questo spettacolo ho deciso di pormi esattamente tra un post e l'altro, generando degli screenshot (poi pubblicati sul mio profilo e nominati con codici generici) che inquadrano lo scenario posto a metà esatta tra due post differenti.

Diviene così protagonista un terzo senso (che se ne frega dei sensi appartenenti ai due post di cui è composta l'immagine).

Il prodotto è una sorta di "Blob" visuale che genera discorsi e ossimori a sfondo politico, religioso, di tema ambientale, e a volte solo formali. 

Attraverso Follow me mi interrogo su questioni come:

  • l'unicità dell'opera e sulla sua vendibilità: L'opera non è altro che la stampa di un'immagine presente sul mio profilo Instagram generata da uno screenshoot fatto da cellulare;
  • la realtà che ripropone il nostro smartphone: a volte scambiamo per "contesto esterno" quello che vediamo sulle nostre bacheche, dimenticando che si tratta di una "fetta" di contesto già filtrata dai nostri "mi piace", dalle pagine che seguiamo e dai cookie che disseminiamo per il mondo quando navighiamo in internet;
  • la ripercussione del digitale nel mondo reale: quanto influisce il social nelle nostre idee religiose, sociali, razziali, nei canoni di bellezza che riteniamo nostri?
  • la moltitudine di mondi che il web genera: pensiamo mai che ognuno di noi ha una bacheca che riflette una morale e un'etica diversa, determinata dai nostri gesti e sulla quale interi mercati fruttano capitali?
  • il senso di protagonismo distrutto: nell'era del protagonismo forsennato, tra influencer, youtubers e cultura del soldo, Follow me di fatto mette in mostra due post che, così esposti, mortificano il loro senso originario. Anche il risultato finale non è altro che una foto ad una bacheca, pertanto non mostra null'altro che "frammenti di altri" inquadrati nel player di Instagram.



"PER FARE UN'OPERA"